L’annuncio dell’assessore Daniele Frongia per un bando da tre milioni, si interviene su una delle grandi opere dell’architettura del ‘900: “Così il capolavoro di Nervi sarà restaurato a spese del Comune”. Ma un team composto dalla Vis Nova Basket e l’Università Cusano aveva offerto i fondi per la ristrutturazione in cambio di una concessione a tempo senza oneri per il Campidoglio. E intanto la Virtus sembra vicina ad una nuova proprietà dopo l’addio di Toti. Trattative in corso
Il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano, il capolavoro di Pier Luigi Nervi e Annibale Vitellozzi costruito nel 1957, sarà salvato dal degrado. “A giugno” annuncia l’assessore Daniele Frongia “daremo il via a un bando per i lavori di restauro per una cifra di tre milioni di euro tutta già nel bilancio del Comune”. E così dopo due anni da quando l’impianto di viale Tiziano fu chiuso dal Campidoglio, che allontanò Virtus, Eurobasket e Roma Volley, le squadre che giocavano in quel campo, finalmente, dopo l’aggiudicazione della gara, si aprirà il cantiere strappando una delle grandi opere dell’architettura del Novecento all’abbandono.
Una soluzione che accantona l’offerta di una storica e gloriosa società sportiva, la Vis Nova Basket, fondata nel 1955 e ora rifiorita a San Lorenzo per l’impegno di un gruppo di professionisti innamorati della pallacanestro che, con l’aiuto di uno sponsor, l’Università Niccolò Cusano, aveva messo sul piatto circa due milioni e mezzo per il restauro necessario a far rinascere il Palazzetto in cambio della concessione dello spazio sportivo. E sarebbe diventato un campo da affittare anche, a prezzi calmierati, ad altre squadre di basket e di volley per partecipare ai campionati nazionali, e a scuole, privati e organizzatori di eventi patrocinati dal Comune e dalle federazioni di Pallacanestro e Pallavolo.
La logica era quella del project financing e la gestione sarebbe durata il tempo strettamente necessario a recuperare l’investimento e al termine di tale periodo la struttura sarebbe stata restituita in gestione al Comune o alle Federazioni oppure diventare oggetto di un altro bando con caratteristiche simili.
“Ne avevo sentito parlare” spiega l’assessore “ma anche a loro abbiamo chiarito che ormai avevamo deciso per un bando e la realizzazione dei lavori finanziata dal Comune. D’altronde non abbiamo mai ricevuto proposte formali. Poi faremo un altro bando, questa volta per la gestione”. “Prendiamo atto della decisione della giunta” ribatte Stefano Ranucci, presidente del Cda della Università Cusano “ma noi eravamo pronti a finanziare i lavori senza nessun onere per il Comune per ridare alla città il PalaTiziano, che avremmo ribattezzato PalaUnicusano, fermo ormai da troppo tempo. Quando sarà bandita parteciperemo alla gara per la gestione”.
La Vis Nova Basket dopo aver conquistato a fine stagione 2018 la promozione in serie B era stata dapprima ceduta a una cordata di imprenditori di Rimini e poi rilevata, a poche ore dal fallimento, da un gruppo di amici sessantenni ex giocatori di basket.
Il leader tecnico di questa nuova compagine è Stefano D’Annibale, allenatore della squadra con la quale nel 2010 ha vinto il titolo nazionale Under 15, mentre il presidente onorario è Valerio Bianchini, lo storico coach dello scudetto del Banco Roma. Le peripezie societarie avevano costretto la Vis Nova a ripartire da zero, con il recupero dello storico codice Fip 418, e cercare un nuovo campo, dopo aver sempre giocato, fin dall’anno di fondazione, tra le mura del Collegio Santa Maria. E così lo scorso anno ha realizzato l’impianto con un pallone in via dei Sabelli a San Lorenzo, ha organizzato corsi di basket gratuiti per bambini con disturbi di comportamento e ha messo in piedi una squadra che milita nel campionato di C Silver Lazio occupando le primissime posizioni nel girone B.
Fin qui le vicende dello storico Palazzetto-gioiello al Flaminio e della Vis Nova Basket ma intanto nel mondo della pallacanestro romana le prossime settimane potrebbero essere decisiva anche per le sorti della Virtus Roma. Dopo la lettera con cui lo storico presidente e finanziatore, Claudio Toti, ha annunciato il suo disimpegno dopo vent’anni di proprietà, sembrano essersi aperti scenari che forse daranno un futuro immediato alla società. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con un’azienda che era interessata da mesi a rilevare diverse quote e che però durante l’emergenza Covid ha dovuto occuparsi dei suoi dipendenti e della sua ripartenza.
Se dunque prima sembrava una trattativa vicina alla chiusura – il palazzo dell’Eur con ottomila persone durante la partita con la Virtus Bologna aveva fatto molta impressione – ora la firma sembra più lontana: il prezzo della Virtus è certamente sceso ma le due parti, Toti e l’azienda interessata, vorrebbero ovviamente garantirsi che l’affare sia il più sostenibile possibile.
Però negli ultimi due giorni potrebbe essersi aperto un dialogo con un altro investitore. Quanto serve per salvare la società? Il titolo sportivo vale almeno 500 mila euro, l’affitto del PalaEur che costa circa 400 mila euro l’anno, poi servono 500/600 mila euro di uno sponsor principale (come minimo), un centinaio di aziende partner che affianchino la società con quote di 10/15mila euro l’una e l’intervento della proprietà.
Insomma bisognerebbe raggiungere 3,5 milioni di euro, non una cifra da ridere specie di questi tempi, ma che una città come Roma potrebbe sostenere col suo tessuto economico e commerciale. L’appello del direttore marketing della squadra, Nicola Tolomei, è: “Ognuno metta a disposizione della Virtus quello che ha, anche in termini di idee, proposte, consigli e non solo necessariamente soldi”.